La scadenza del food, arrivano nuove norme europee per non gettar via cibo perfettamente consumabile

20/02/19 - 4 minuti di lettura

 

 

L’avevamo scritto due anni fa: molti alimenti possono essere consumati dopo la data di scadenza senza nessun problema per la salute e, anzi, con grandi vantaggi per il nostro budget e per l’ambiente. Ora finalmente è allo studio della Commissione Europea una revisione delle rigide scadenze in vigore. L’autorevole Consoglobe ha inoltre stilato una classifica del food in base alla sua durata (reale), nella quale figurano alcuni alimenti come il miele che sono da considerare “eterni”, e cioè che non scadono mai. Altri come l’olio, il sale, lo zucchero possono essere conservati per anni e decenni. Lo stesso latte in polvere dura inalterato 25 anni, l’olio di oliva almeno 2 anni, la soia, il riso e le paste secche almeno 3, le marmellate 5 anni…Frutta e verdura essiccata hanno durate notevoli sicuramente superiori a quelle scritte sulle confezioni. Naturalmente tutti questi cibi devono stare al chiuso, alcuni in frigo, lontani dal calore e dalla luce E addirittura il riso, se conservato a 2-3 gradi, senza ossigeno, dentro il vetro o dentro la ceramica, al buio, resiste per diversi anni. Perché invece tutti ma proprio tutti gli alimenti hanno date di consumazione ben più ravvicinate?

Scadenze più …allungate

Una delle ragioni fondanti di questa legislazione così “severa” è dovuta al fatto che le normative sono state a suo tempo messe a punto con la “collaborazione” delle multinazionali della GD e della GDO che consideravano la velocità di scadenza e di rapida avvicendamento delle merci sugli scaffali un formidabile “acceleratore dei consumi”. Queste normative fanno capo al Regolamento Europeo 1169/2011 dove si distingue tra due tipi di scadenze: quella entro la quale il cibo va consumato e quella entro la quale dovrebbe essere preferibilmente consumato. La Commissione Europea nel 2018 ha realizzato una ricerca sui consumi alimentari e le scadenze dalle quali è risultato che, essendoci diverse incertezze di interpretazione del Regolamento, i consumatori europei tendono quasi sempre a gettar via alimenti che sarebbe consumabili, non alterati, sani. Per contenere quella che è diventato una vera e propria urgenza, lo spreco alimentare, la Commissione, in accordo con produttori, impportatori e distributori, ha preso in esame, a seguito della ricerca, una possibile estensione del periodo di conservazione per il food meno deperibile. Insieme a consigli precisi onde evitare nel dubbio un inutile spreco. Lo studio si intitola “Market study on date marketing and other information provided on food labels and food waste prevention”. Ed è per questa autorevole presa di posizione europea che riprendiamo l’argomento per consigliare un comportamento più responsabile che, insieme a semplici regole di conservazione corretta, può farci risparmiare parecchio, salvando sino a un terzo dei rifornimenti alimentari della famiglia che altrimenti andrebbero gettati senza ragione. E a queste indicazioni ne aggiungiamo una, quasi una rivoluzione: il sottovuoto che, grazie alle sue prestazioni davvero uniche, allunga i tempi della la durata e la freschezza dei cibi tanto da conservarli senza le naturali perdite.

E i vantaggi del sottovuoto

Gli apparecchi ora disponibili nella versioni domestiche hanno prezzi accessibili e sono davvero semplici da usare. Lo scopo principale è togliere l’ossigeno che è la prima causa del degrado prematuro degli alimenti con i microganismi che causano la fermentazione. I cibi inseriti nei contenitori o sacchetti sono protetti da polvere e odori e non si mescolano con alimenti diversi. Ciò che avviene nel frigo con una immediatata proliferazione di microrganismi e odori. L’imballo sotto vuoto mantiene una piccola dose di ossigeno che serve a conservare il colore e la texture del cibo. Tutto ciò consente per esempio di conservare intatti i cibi allungandone la durata da 3 a 5 volte di più. In frigo si mantengono intatte le carni fresche per 8 anziché 2 giorni, il pesce fresco per 4 anziché 2 giorni, il caffè macinato per 12 mesi anziché 2, i formaggi per 60 giorni anziché 15 e i lugumi per 20 anziché 5 giorni. E si diminuisce notevolmente la dose degli scarti alimentari tenendo conto che non si tratta solo di una conservazione più lunga ma anche di una conservazione migliore.

L’igiene aumenta durata e freschezza

Gli specialisti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) raccomandano da anni e anni un’accurata igiene nel manipolare i cibi in particolare quelli di origine animale. Un pollo di cortile che scorazzava la sera prima nel prato è freschissimo ma se manipolato senza attenzione diventa un pericoloso veicolo di salmonellosi e può infettare stoviglie, lavello, piano della cucina. E vi sono alimenti ad alto rischio che sono cioè altamente e rapidamente deperibili e al tempo stesso veicoli di germi e microrganismi pericolosi. Secondo Efsa e Ecdci più frequenti sono carni, formaggi, piatti combinati a buffet e uova con una sottolineatura:è l’ambiente domestico che continua a rappresentare il principale contesto in cui avvengono i focolai di intossicazione.

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