MAGLIETTE CINESI AL CROMO ESAVALANTE

23/08/16 - 2 minuti di lettura

RIPORTIAMO UN ARTICOLO DI QUALCHE ANNO FA MA SEMPRE MOLTO ATTUALE PERCHE’ LE GRIFFES EUROPEE E GLI IMPORTATORI DI ROBA CINESE CONTINUANO A INVADERE L’EUROPA CON PRODOTTI ALTAMENTE TOSSICI.

 

ABITI “velenosi”. Jeans, scarpe, felpe, magliette trattati con una sostanza altamente tossica, il cromo esavalente, che può provocare il cancro oltre a una serie impressionante di problemi fisici: eruzioni cutanee, disturbi allo stomaco, ulcera, difficoltà respiratorie, indebolimento del sistema immunitario, alterazione del patrimonio genetico. Ben 10 mila tonnellate di vestiti “inquinati” dal cromo esavalente sono state sequestrate dagli agenti di Vittorio Rizzi, il capo della mobile, in un magazzino di via Arcella, 31 a Casal Morena. Non si tratta, stavolta, delle solite false griffe da bancarella ma di importazioni regolari che passavano le dogane europee ad Algeciras, Amburgo e Rotterdam per poi proseguire verso Roma ed erano destinate a negozi e boutiques di poco prezzo. Ma la notizia ancora più inquietante risale all’ inizio di giugno ed è stata resa nota solo ieri: il cromo esavalente è stato rilevato anche nei campioni delle 500 mila tonnellate di abiti made in Cina sequestrate dall’ ufficio immigrazione all’ inizio del mese. Immaginare una vera e propria invasione di questa pericolosissima merce sia a Roma che in tutta Italia è fin troppo facile. Il cromo esavalente, usato nei coloranti, è vietato da tutte le norme sanitarie ma, evidentemente, le spedizioni dalla Cina riescono ad eludere i controlli a campione. Non basta: dopo il sequestro, la contitolare della società importatrice (dal nome quasi ridicolo di Cin Cin) Cai Meicun, ha pensato bene di spedire quattro dipendenti a riprendersi, con un furgoncino, parte degli abiti finiti sotto sequestro. Il “commando” è stato individuato e arrestato dagli agenti di Maurilio Grasso: si tratta di tre cinesi di 51, 45 e 28 anni e di un quarto complice che è riuscito a fuggire. I tre sono finiti in carcere assieme alla “mandante” del colpo. In questa fase delle indagini gli agenti sono risaliti a un altro magazzino, in via Muraccio di Richiaro, a Torre Angela, dove è stata ritrovata parte della merce rubata nel primo magazzino sequestrato, quello dove furono ritovate 500 mila tonnellate di vestiti. Le verifiche della squadra mobile sono scattate un anno fa quando una chimica ha trovato, a casa di un’ amica, un giocattolo che di solito viene dato a i bambini perché, mordendolo, sviluppino la dentizione. Insospettita dalla mancanza di etichette, la donna lo fece analizzare: Gli scatoloni sequestrati: contengono merce con sostanze cancerogene gomma era trattata con una sostanza che può provocare l’ infertilità. Da allora, la polizia ha iniziato una serie di controlli a tappeto su tutte le aree di stoccaggio della merce made in Cina e i risultati dei controlli sono inquietanti. «Non vogliamo creare allarmismi ma il pericolo, secondo gli esperti, esiste» dice il capo della mobile Vittorio Rizzi. Gli aficionados del made in Cina sono avvertiti.


23-06-2010_LA_REPUBBLICA

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