Martedì 17 parte il Salone del Mobile, n.1 mondiale

13/04/18 - 2 minuti di lettura

 

 

 

Apre, martedì 17, a Milano, nell’area fieristica di RhoPero, la più importante manifestazione mondiale della casa, del design, dell’arredamento, il 57° Salone Internazionale del Mobile con Eurocucina, FTK (Technology for Kitchen), il Salone del Bagno, il Salone del Complemento d’Arredo e il Salone Satellite. 1841 espositori dei quali il 27% esteri provenienti da 33 paesi, oltre 6mila giornalisti in gran parte stranieri, e un Fuori Salone che supera i 1.300 eventi. Motore dell’economia e non solo di Milano e Lombardia, l’intera filiera del legno e dell’arredo -secondo le cifre fornite da Federlegno-Arredo che organizza questi eventi-vale addirittura con i suoi 41,5 miliardi di euro di ricavi nel 2017, oltre il 5 per cento del PIL nazionale, e investe ben il 2% del fatturato in R&D. Quanto all’arredo, compresa l’illuminazione, ha raggiunto nell’anno trascorso i 26,9 miliardi di euro con una crescita sia dell’export (+3,1 per cento) che delle vendite sul mercato interno (+ 2 per cento).

Cribis, la filiera è cresciuta del 3 per cento

L’aumento dei fatturati e delle vendite ha tratto un grande stimolo -che proseguirà anche nel 2018-dagli incentivi fiscali tant’è vero che proprio negli ultimi anni nei quali vengono applicati gli incentivi, e nonostante il blocco pesante dell’edilizia, il settore ha visto crescere produzione, vendite e export. Nel 2016 il fatturato di tutta la filiera era stato di 41 miliardi di euro con un +2,2 per cento sul 2015, quando si era addirittura verificato un balzo del 4,9 per cento. Ma ciò che fotografa ancora meglio la filiera orizzontale del mobile-produzione, vendite all’ingrosso e vendite al dettaglio- è la recentissima ricerca di CRIBIS del gruppo CRIF– che ha fotografato le aziende italiane dell’arredo, oltre 44mila, con un fatturato dicirca 22 miliardi di euro. Dei tre settori è la produzione a costituire la parte più consistente, il 50 per cento, localizzate prevalentemente nel Nord e nel Centro Italia. Si tratta di piccole e medie aziende, abbastanza “giovani”, dinamiche e con una percentuale di rischiosità media del 41,4 per cento, e uno inferiore alla media per un 34,3 per cento. La ricerca, oltre a fornire dettagliate informazioni che danno un ritratto finalmente chiaro del percorso industria-vendita, conferma una fragilità dovuta alle dimensioni limitate e, per le aziende del commercio all’ingrosso, ad un livello di rischio commerciale superiore alla media.

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