A Milano, a Parigi, a Las Vegas, in tavola piatti d’oro e di platino

23/02/19 - 7 minuti di lettura

Homi di Milano, Maison&Objet di Parigi e KBIS di Las Vegas, quali le tendenze?Innazitutto una su tutte e cioè che torna la tavola imbandita con l’umile piatto, declinato nelle sue versioni secondo le portate. Un cambiamento dopo quello degli anni d’oro del dopoguerra, quando il design italiano dell’oggetto rivoluzionò le tavole tradizionali. Allora i designer di Ceramiche Gabbianelli, Gio Ponti, Luigi Massoni e altri protagonisti cambiarono in modo straordinario il concetto stesso di “piatto”. Impossibile non ricordare l’idea geniale di Ponti per le Ceramiche Franco Pozzi il cui fratello Ambrogio è stato uno dei più premiati designer del dopoguerra: disegnare una collezione di piatti piani, tutti uguali per le diverse portate, con un piccolo bordo di estrema eleganza e semplicità, ciascuno dei quali aveva un disegno diverso. Quella rarissima collezione, chiamata Fantasia Italiana, esposta al Moma- è al centro di quotazioni d’asta in tutto il mondo e di celebrazioni. Anche Andrea Castrignano, architetto e trendsetter di successo, ha disegnato all’insegna di una formalità molto “pulita” per Knindustrie (uno dei brand più brillanti dell’attuale design italiano) la serie Lunch Layers (visti a Homi e Maison&Objet), il concetto dei tre elementi per il pasto che diventano impilabili per le tre portate, da “sfilare” man mano che cambia la portata.

Il piatto-foglia di Knindustrie

Ayli, sempre di Knindustrie, prevede piatti e alzate di piatti che sembrano tradizionali ma che essendo costituiti da quattro elementi intercambiabili in tinte differenti e da una lineare base di ottone, si adattano a portate e tipologie di ricette molto diverse. Ha stupito tutti a Maison&Objet la spettacolare coloratissima Piatti Italiani di Taitù, un nome storico del good design italiano,una azienda-showroom della Milano del boom, sempre molto fedele alla qualità, che torna alla grande con questa fioritissima collezione disegnata da Silvia Cabassa, che si presenta come un vero compendio di storia naturale. Ghidini 1961 ha lanciato diversi nuovi elementi per la tavola ma abbiamo scelto qualcosa di insolito, in ottone lucidato o in rosso rame: sono piatti-foglie disegnati da Nina Zupanic, che diventano il lussuoso gran finale per dolci e delikatessen di una pranzo o di una cena importanti.

D’oro, di platino, preziosissimo design

Coralla Maiuri, artista romana di strepitosa fantasia, ha realizzato pezzi unici di collezioni di piatti a edizioni limitate, con decori solari, oro, lucenti, evidentemente ispirati ai colori della Roma sontuosa e imperiale ma anche ai colori del cielo di Roma celebrato da poeti. Qualcosa di smagliante e.ripetiamo-unico. Oro 24 karati, platino, argento tornano dunque spalmati sull’umile piatto per farne pezzi di grande effetto come la collezione L’Objet Alchimie in terracotta con finiture che incorporano i metalli più preziosi e al tempo stesso si completano con coppette-coperchio che rendono la composizione speciale oltre a essere utile a conservare il calore. Si chiama Verdure ma si tratta di piatti disegnati da Marie Daage in omaggio agli arazzi della tradizione francese una versione classicheggiante delle stoviglie per una tovaglia candidissima di lino. Riso Ceramic -giapponese pur con un nome italiano- invece ha voluto rendere omaggio al celeste più celeste che esista con piatti Black Hole che contengono infatti un centrale foro dal quale sembrano uscire sentieri di materia azzurra. Infine una chicca hi tech: i piatti Sanodegusto che restano caldi a 45 gradi o freschi a 4 gradi secondo le necessità per più di 30 minuti grazie alla tecnologia Tempcontrol, brevettata, e premiata al l’International Housewaren Show di Chicago: Per mantenere i cibi freddi basta lasciare nel freezer i piatti e per averli caldi nel forno per una determinata durata: i piatti hanno un sistema interno che accumula il freddo o il caldo erogandolo molto lentamente.dini 1961

 

Homi di Milano, Maison&Objet di Parigi e KBIS di Las Vegas, quali le tendenze? Innanzitutto una e cioè che torna la tavola imbandita con l’umile piatto, declinato nelle sue versioni secondo le portate. Un cambiamento dopo quello degli anni d’oro del dopoguerra, quando il design italiano dell’oggetto rivoluzionò le tavole tradizionali. Allora i designer di Ceramiche Gabbianelli, Gio Ponti, Luigi Massoni e altri protagonisti cambiarono in modo straordinario il concetto stesso di “piatto”.

 

Taitù.

 

Impossibile non ricordare l’idea geniale di Ponti per le Ceramiche Franco Pozzi il cui fratello Ambrogio è stato uno dei più premiati designer del dopoguerra: disegnare una collezione di piatti piani, tutti uguali per le diverse portate, con un piccolo bordo di estrema eleganza e semplicità, ciascuno dei quali aveva un disegno diverso. Quella rarissima collezione, chiamata Fantasia Italiana, esposta al Moma- è al centro di quotazioni d’asta in tutto il mondo. Anche Andrea Castrignano, architetto e trendsetter di successo, ha disegnato all’insegna di una formalità molto “pulita” per Knindustrie (uno dei brand più brillanti dell’attuale design italiano) la serie Lunch Layers (visti a Homi e Maison&Objet), il concetto dei tre elementi per il pasto che diventano impilabili per le tre portate, da “sfilar” man mano che arrivano le portate.

 

 

Il piatto-foglia di Ghidini

Ayli, sempre di Knindustrie, prevede piatti e alzate di piatti che sembrano tradizionali ma che essendo costituiti da quattro elementi intercambiabili in tinte differenti e da una lineare base di ottone, si adattano a portate e tipologie di ricette molto diverse. Ha stupito tutti a Maison&Objet la spettacolare coloratissima Piatti Italiani di Taitù, un nome storico del good design italiano,una azienda-showroom della Milano del boom, sempre molto fedele alla qualità, che torna alla grande con questa fiorita collezione disegnata da Silvia Cabassa, che si presenta come un vero compendio di storia naturale. Ghidini 1961 ha lanciato diversi nuovi elementi per la tavola ma abbiamo scelto qualcosa di insolito, in ottone lucidato o in rosso rame: sono piatti-foglie disegnati da Nina Zupanic, che diventano il lussuoso gran finale per dolci e delikatessen di una pranzo o di una cena importanti.

 

D’oro, di platino, preziosissimo design

Coralla Maiuri, artista romana di strepitosa fantasia, ha realizzato pezzi unici di collezioni di piatti a edizioni limitate, con decori solari, oro, lucenti, evidentemente ispirati ai colori della Roma sontuosa e imperiale ma anche ai colori del cielo di Roma celebrato da poeti. Oro 24 karati, platino, argento tornano dunque spalmati sull’umile piatto per farne pezzi di grande effetto come la collezione L’Objet Alchimie in terracotta con finiture che incorporano i metalli più preziosi e al tempo stesso si completano con coppette-coperchio che rendono la composizione speciale oltre a essere utile a conservare il calore. Si chiama Verdure ma si tratta di piatti disegnati da Marie Daage in omaggio agli arazzi della tradizione francese una versione classicheggiante delle stoviglie davvero ideali per una tovaglia candidissima di lino. Riso Ceramic -giapponese pur con un nome italiano- invece ha voluto rendere omaggio al celeste più celeste che esista con piatti Black Hole che contengono infatti un centrale foro dal quale sembrano uscire sentieri di materia azzurra.

 

 

Infine una chicca hi tech: i piatti Sanodegusto che restano caldi a 45 gradi o freschi a 4 gradi secondo le necessità per più di 30 minuti grazie alla tecnologia Tempcontrol, brevettata, e premiata al l’International Housewaren Show di Chicago: Per mantenere i cibi freddi basta lasciarli nel freezer e per averli caldi nel forno per una determinata durata: un sistema interno  accumula il freddo o il caldo erogandolo molto lentamente.

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