ALTRO CHE CIBI SCADUTI, DURANO ANNI

14/07/17 - 3 minuti di lettura

 

Dopo aver descritto come “salvare” sino al 40% delle nostre provviste usando bene e spesso il frigo e il congelatore, ora vi raccontiamo come si può evitare di buttar via prima del tempo un sacco di alimenti  che, pur  avendo durate reali molto lunghe–secondo quanto dichiara l’autorevole Consoglobe– diventano “scaduti” molto, troppo presto. Chi li dichiara scaduti? La legge? I magistrati? Il sindaco? Il medico? No. I produttori (le multinazionali) e i commercianti che nella gran parte dei casi usano un trucco decisamente vergognoso, quello di accorciare eccessivamente  la durata: Così –si ripete ancora adesso nelle riunioni di marketing strategico- si accelerano i rinnovi degli acquisti. “Acceleratori di business” dicono.  Un trucco che ha sconvolto per decenni e decenni i mercati mondiali, ha rovinato il gusto e il budget di molte famiglie e che è immorale. Consoglobe ha consultato specialisti francesi e americani e ne è venuta fuori una classifica delle diverse durate dei cibi che smaschera le cretinate delle date di scadenze.

Il miele è eterno, ma i cibi freschi no

Intanto ci sono degli alimenti che non hanno scadenze annuali ma decennali, trentennali e addirittura alcuni che non scadono mai. MAI. E il miele è uno di questi, il sale e lo zucchero scadono dopo 40 anni, l’aceto dopo 30, il latte in polvere dopo 25, le carote essiccate dopo 20, la marmellata di albicocche dopo 5, il riso dopo 3 e l’olio di oliva dopo 2. Naturalmente devono essere chiusi, ben conservati e mai esposti né al sole, né all’umidità. Quanto ai cibi freschi, altro è il discorso. Quelli che vengono messi in vendita nei supermercati non sono se non in casi molto molto rari a km Zero e , come  abbiamo già sottolineato, provengono da filiere logistiche molto lunghe, con conservazioni non sempre corrette, sovente interrotte, sottoposti a trattamenti misteriori (abbiamo chiesto più volte e inutilmente informazioni) e comunque vengono acquistati quando sono a grandi e grandissime distanze dai luoghi di origine. Questo ha un solo significato: NON SONO FRESCHI. Per esempio, i fagiolini e in generale le verdure e i legumi una volta colti perdono in 24 ore il 30% del loro prezioso contenuti nutritivo. Nel giro di una settimana ne rimane una percentuale dimezzata. Se vengono lavati e rilavati come accade nei luoghi di raccolta e conservazione, se ne vanno, oltre ai sapori, soprattutto quei nutrienti che sono idrosolubili. Cioè quasi tutti. Quando arrivano sui banchi frigo o nel frigo domestico sono al 70% deprivati di sali minerali, vitamine e proteine. Perciò occorre accorciare e non allungare il tempo di scadenza. Ma non lo scrivono quasi mai, altrimenti li lasceremmo in gran parte sugli scaffali.

Quali scadono subito?

 La maionese e i piatti a base di maionese, la carne tritata, le carni cotte (molto molto deperibili) il pesce, non più di 24 ore nel frigo; fuori dopo due-tre ore sono da gettare. Durano massimo due-tre giorni: paste fresche, verdure condite, pesce cotto, antipasti, carne cruda, succhi di frutta aperti e latte pastorizzato aperto. Le verdure cotte in particolare sono molto deperibili e non avendo più i contenuti nutrienti originari andrebbero conservate in modo professionale.L’unico modo per evitare una totale perdita dei contenuti nutritivi e di sapore è usare l’abbattitore che in pochissimo tempo porta la temperatura degli alimenti cotti  sottozero evitando così il degrado e la formazione rapida di microrganismi. E poiché la qualità media del food  è destinata a scendere ulteriormente per ragioni economiche e ambientali, la spesa dell’abbattitore verrebbe compensata dal fatto che si eviterebbe di gettare via quasi tutto ciò che di solito diventa immangiabile perché mal conservato.

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