Arriva l’etichetta di riparabilità per elettrodomestici e elettronica

17/01/20 - 3 minuti di lettura

E’ in arrivo una rivoluzione per gli elettrodomestici e l’elettronica di consumo, che ha visto una partenza in anticipo in Francia, con la nuovissima legge contro lo spreco e per l’economia circolare approvata di recente, dove l’articolo n.2, rende obbligatoria l’applicazione di un’etichetta su tutti i device elettrici ed elettronici con l’indice della loro riparabilità. Questo in ottemperanza a quanto la Commissione Europea ha stabilito, lo scorso 1° ottobre, con il regolamento sulle nuove etichette energetiche che entrerà in vigore il 1° marzo 2021 e secondo il principio dell’eco-progettazione. In caso di inadempienza, la legge francese prevede l’applicazione di multe sino a 15mila euro. I fabbricanti o gli importatori devono comunicare, senza aggiungere costi, ai rivenditori e ai distributori l’indice della riparabilità per ogni tipo di apparecchio con la descrizione dei parametri in base ai quali sono stati stabiliti i tempi della riparazione. Così finalmente si potrà scegliere in base a precisi requisiti, quanto, come e se un apparecchio potrà essere aggiustato e non gettato via come accade con le cineserie importate dalle multinazionali della distribuzione e da distributori furbastri. Per essere ancor più chiari, più è alto l’indice di riparabilità più quell’apparecchio è di buona qualità, non pericoloso e ecosostenibile. Naturalmente saranno anche riportati altri preziosi dati: la disponibilità dei pezzi di ricambio, la durata di questa disponibilità (solo SEB TEFAL è da qualche anno già in regola con questi parametri!!!). Per la lavastoviglie per esempio i produttori o gli importatori dovranno mettere a disposizione i pezzi di ricambio fondamentali per la riparazione al massimo entro 3 settimane e almeno per una durata di 7 anni. Un apparecchio assemblato con viti e con fastener robusti e con materiali di qualità avrà un indice di riparabilità elevato, e cioè un valore maggiore e una durata superiore e, soprattutto, andrà a inquinare mare, fiumi, terra, periferie e discariche il più tardi possibile. In base a questi requisiti quelli costruiti male, con colle americane e cinesi di origine chimica altamente tossiche e con tecnologie precarie e poco affidabili avranno un indice di riparabilità basso. E si romperanno facilmente. L’etichetta dovrà obbligatoriamente essere messa su tutti gli apparecchi dal distributore che la riceverà dal fornitore. Come già è accaduto per l’etichetta energetica. Sarà una rivoluzione perché -ripetiamo- rende chiaramente individuabile perché scritta su un’etichetta, la qualità tecnologica e funzionale di un apparecchio così da consentire a chi sceglie di escludere o limitare sempre di più l’acquisto di prodotti poco affidabili e altamente inquinanti. In particolare di quelli provenienti da paesi extra CE. Questo signfica che allungare, per esempio, del 50 per cento la durata di vita dei device informatici e della telefonia, dei mobili, del tessile e degli elettrodomestici consentirà di tagliare 77 milioni di tonnellate di CO2 per anno. Secondo l’associazione Coolproducts, estendere di 5 anni la durata di vita di una lavabiancheria potrà ridurre i gas a effetto serra emessi da mezzo milione di auto ogni anno. Le nuove norme francesi ed europee sono dunque in grado di dare un eccezionale contributo alla riduzione della CO2, così come è accaduto già con l’introduzione delle etichette energetiche. Si calcola che questa introduzione, partita con i frigoriferi nel 1994, e secondo dati elaborati dall’Anie per quanto riguarda l’Italia, ogni 10-15 anni i minori consumi energetici del parco tecnologico domestico abbiano evitato di avviare 3 centrali termoelettriche (altamente inquinanti) di media potenza. Aggiungiamo che le nuove norme CE hanno una preziosissima finalità: rendere più difficile e meno conveniente la delocalizzazione che -come tutti sanno- ha provocato con gigantesche importazioni di prodotti al 99 per cento di bassissima qualità, la chiusura di migliaia di fabbriche e gli attuali gravi livelli di disoccupazione. I frullini e i microonde che a milioni arrivano in Europa dall’Asia non sono riparabili e non hanno pezzi di ricambio…..

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