CHE SUCCESSO GEEK SQUAD, E IN ITALIA?

07/05/17 - 3 minuti di lettura

 

 

 

 

Geek Squad è un servizio (serio) di supporto a consumatori e aziende per i prodotti hi-tech, avviato nel  1994 da Best Buy, una grande catena americana dell’elettronica di consumo, che viene attivato tramite personale specificatamente formato per questa attività. E che riguarda l’installazione, l’avvio, la protezione (sempre più importante) dei devices, l’assistenza per eventuali difficoltà, e la riparazione. Quello che ci interessa sottolineare riguarda soprattutto il servizio previsto per i prodotti di informatica, Tlc e Audio-video, perché, come racconta sul blog Inside, Franklin Karp, gli anziani sono assidui utenti delle nuove tecnologie ma spesso e non solo loro, non sanno come e a chi rivolgersi in caso di necessità.Quando cioè sono alle prese con router, modem, pc, WiFi e così via. Se ci sono nipoti o figli tutto bene, ma se sono soli, si sentono e sono abbandonati. A questi problemi dal 1994 risponde un servizio come Geek Squad.

100 dollari per tutti i problemi

Innanzitutto quanto costa? Un abbonamento annuale varia da 99,99 a 169,99 dollari e dà diritto all’utente di essere seguito nel corso della scelta e dell’acquisto, a casa (o in azienda) al momento dell’installazione e dell’avvio con relative spiegazioni. E poi ricevendo assistenza quando occorre, compresi i problemi che molti consumatori anziani comprensibilmente hanno quando sono alle prese con tecnologie piuttosto complesse e ben lontane da quello che era stato per decenni e decenni il loro mondo. Come rivolgersi a Geek Squad?  Per telefono, o richiedendo l’intervento “fisico” del tecnico in casa  o in azienda, oppure on line o in negozio. E tra i settori di intervento Best Buy ha da tempo inserito questo servizio anche per la Smart Home.

E le nostre catene? Nerd…

Una domanda: come mai in Italia non esiste un servizio di questo tipo, di questa “professionalità” e così ben strutturato? Perché le catene, dopo l’uscita di un innovatore come Oscar Farinetti quando vendette Unieuro alla allora Dixons, e ben prima che si scatenassero i negativi effetti della crisi economico-finanziaria, hanno sempre navigato a vista, esclusivamente progettando le promozioni-più-promozioni-che-mai, gli sconti più suicidi che mai. Lo prova –tra i tanti fattori citabili-il fatto che si sono lasciati portar via il grande business del food, il circo Barnum degli chef, la gigantesca visibilità dei programmi radio e tv e degli spazi che i giornali hanno aperto con numerose pagine alla cucina. Incapaci di capire che dai servizi proviene sempre un aumento di clienti, vendite, affari, pubblicità. E ovviamente anche per servizi come Geek Squad i giulivi strateghi del retail storcono bocca e naso, parlano di spese e costi insostenibili. Senza accorgersi che si tratta, in realtà, di investimenti. Quanto alle catene indipendenti per l’assistenza ad aziende e privati, ne abbiamo testate almeno due: prive totalmente di qualsiasi interesse a servire il privato, considerato anzi un fastidio. “Se viene  in negozio, bene, sennò non ci interessa”. Raro il personale preparato, perché i titolari raccolgono ragazzi con formazione raccogliticcia e mal pagati e, quanto ai prezzi, sono carissimi.

 

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