Come la videosorveglianza aiuta le indagini a recuperare beni culturali rubati

28/01/19 - 2 minuti di lettura

 

 

 

Ancora una dimostrazione, e sempre riguardante l’attività investigativa del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, di come attività investigative e tecnologie aggiornate possano ottenere rapidi e positivi risultati nella protezione e nel recupero di beni culturali sottratti. Il 26 gennaio 2019, a Prato, presso la Fondazione Conservatorio San Niccolò, il Maggiore Lanfranco Disibio, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, ha infatti restituito a Guido Giovannelli, presidente della Fondazione, due importanti dipinti, olio su tela, entrambi del XVII secolo, raffiguranti “Ecce Homo con Santa Monaca” e “Sacra Famiglia”. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Prato, è stata avviata, nel febbraio 2018, a seguito della denuncia di furto presentata al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze dal Presidente della Fondazione.

Un rapido esame della location dove era avvenuto il furto, aveva consentito di verificare gli accessi usati dal malvivente e di riscontrare che erano sorvegliati da videocamere, funzionanti e collegate ad un sistema di video-registrazione attivo.

L’esame dei filmati ha consentito -come recita il comunicato stampa del Nucleo comandato dal maggiore Disibio- di accertare che un pregiudicato fiorentino, noto per essere dedito al furto di opere d’arte, approfittando dell’orario di ingresso ed uscita degli studenti della scuola, era entrato dall’ingresso principale per uscire, dopo circa mezz’ora, da un cancello secondario, con una busta di plastica nera idonea a contenere i due dipinti,

Una volta identificato il ladro, la Procura della Repubblica di Prato ha emesso decreti di perquisizione la cui esecuzione ha permesso il sequestro delle due opere che si trovavano già nella disponibilità di altrettanti collezionisti, risultati estranei al reato. È stato denunciato per ricettazione, invece, anche un negoziante fiorentino, responsabile di aver ricevuto ed venduto una delle due opere subito dopo il furto.

Telecamere, allarmi e connessioni efficienti rappresentano, insieme all’opera di investigazione dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, un formidabile insieme di misure per proteggere e, quando occorre, individuare chi attenta al nostro patrimonio artistico. Che, nel caso specifico riguardante l’attività del Nucleo in Toscana, è indubbiamente molto impegnativo per la quantità e la capillarità della presenza di opere d’arte sul territorio.

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