Volete ridere? Altro che trash, roba da sghignazzo….

10/11/19 - 2 minuti di lettura

Questa sera, domenica 11 novembre, Non è l’Arena del mitico Gilletti ci ha ricordato l’orrendo, anzi l’osceno caso del matrimonio tra la ex moglie del “presunto” camorrista- accoppato misteriosamente al momento giusto-una tale Rispoli tina con un tizio palesemente più giovane di codesta chiattona siliconata, che sarebbe un cantante neomelodico o melodico del cappero. Si chiama Colombo Tony (uuuuuh che vezzosa quella Y) ci ha la faccia del furbo. Embè, si è sposato con una straricca vedova e pazienza se la cara figliola è quel che è…L’amore è cieco, molto cieco ma il fruscio del danè quello si che si sente bene. Un matrimonio da sghignazzo che noi vediamo e rivediamo con amici per divertirci un po’ insieme ad altri osceni matrimoni o funerali come quello del Casamonica di Roma. Le orrende, truccate, panzone, volgarissime donne osannanti, i stra-volgari ometti da quattro soldi -chiaramente dediti a una vita “irregolare” e altro-che, impettiti con vestiti ridicoli, volevano sembrare guardaspalle all’americana. E sembravano pupazzi impagliati, vecchi come vestiti, come pettinature (ma chi gliele fa? Si fa pure pagare?) come atteggiamenti. Bambini incolpevolmente brutti, vittime di famiglie prepotenti, fetenti. Guardie carcerarie cioè uomini dello Stato che voi e io -incazzatissima sono- paghiamo affinché ci proteggano dai delinquenti, al servizio di questa genia da galera, che vanno a fare -ridicolmente-i trombettieri. Altri che applaudono -a comando- fanno la ola, altri che imitano le guardie del corpo tirando in dentro stomaco e panza, con aria truce, occhiali neri e spallone (finte). Vecchie sceme e biascicanti che gridavano “amore amore, belli, bellissima…” E poi la carrozza che sembrava la classica zucca di Cenerentola, che pendeva tutta da una parte, brutta, come quella genia urlante e torva che l’accompagnava. La damazza che scendeva stralunando la boccona, con occhi truccatissimi che pareva un vecchio pirata prima dell’assalto all’arma bianca. In sintesi la damazza assomiglia più che a una sposa a un travestito, a una drag queen in tiro. E il Maschio Angioino, dal quale qualche complice del comune aveva eliminato una manifestazione contro la camorra (!!!!!!!capito?), per far posto alla cagnara del matrimonio, invaso da questa orrenda gente con la loro prepotenza vergognosa. E i giocolieri, la banda, il troiume da circo (chiedo scusa ai circensi) che una rete televisiva ha per ore trasmesso, con la trillante presentatrice che sprizzava orgasmo mediatico da ogni poro. Alla quale piaceva esteticamente e culturalmente quel ciarpame che offendeva e offende prima di tutto Napoli, i napoletani, noi tutti. La mia non è snobberia, quella lì intorno alla damazza e al tizio del neomelodico del cappero non è il “popolo”. Lì, di soldi ne giravano a quintalate, ori, firme, cotillons, esibizionismi ricchi. Plebe ricca, che i soldi li ha fatti e li fa chissà come. E che può contare sul palcoscenico di una tv milionaria che queste cose le ama…..

Condividi su
Newsletter