Italiani, consumatori ignoranti…….

17/03/18 - 2 minuti di lettura

 

 

Sono decenni ormai che i rivenditori, i produttori e i tecnici dell’assistenza raccomandano ai consumatori –in gran parte donne-di non usare acqua profumata per i ferri da stiro a vapore e men che meno per i sistemi stiranti. Perché questi pastrocchi sono oleosi e contengono sostanze che sono autentici veleni in grado di guastare l’apparecchio. Lo ha ricordato in un recente comunicato stampa CECED Italia, l’Associazione Nazionale Produttori di Apparecchi Domestici e Professionali- che invita i consumatori a usare solo l’acqua specificatamente indicata per la stiratura a vapore. Le conseguenze dell’uso di liquidi non consentiti sono inevitabili: la piastra si rompe e la riparazione costa. Dopo di che i consumatori strepitano, protestano, si scandalizzano, imprecano dimenticando come spesso accade in Italia- che la colpa non è degli altri, del governo-ladro, del tempo, di quelli di Roma eccetera eccetera. Ma dei consumatori stessi, nostra, in quanto siamo tutti consumatori. E poi basterebbe entrare in un negozio di elettronica di consumo e di elettrodomestici e ascoltare le domande di clienti per rimanere perlomeno sconcertati. Pochissimi fanno domande sensate, legate al funzionamento, all’uso, perché quello che interessa è sapere quanto costa l’apparecchio, se c’è lo sconto e se è in promozione. E nelle rubriche dei consigli d’acquisto–sovente assolutamente ininferenti- di molti giornali, blog e portali, vengono sparse al vento amenità e grandi balle sull’economia domestica. Anzi, si legge tuttora che per profumare la biancheria è consigliabile usare acqua profumata. Il guaio è che ai consumatori italiani non gliene frega niente di leggere le istruzioni d’uso e, più in generale, di leggere. Lo sappiamo ormai con certezza: il libretto delle istruzioni non appena viene estratto dalla confezione viene per così dire archiviato in un cassetto insieme a tante altre istruzioni d’uso. E’ però importante ricordare spesso il guaio dell’acqua profumata come ha fatto di recente il CECED:

Condividi su
Newsletter